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Celebrazione ecumenica di apertura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Marta D’Auria

Chiesa Valdese di Napoli

                         18 gennaio 2019

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«Mi impegno per la giustizia, stando vicino ai poveri, ai deboli, agli emarginati e cercando di essere docile all’azione dello Spirito Santo»… «Mi impegno a donare senza ricevere nulla in cambio: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”»… «Mi impegno a far sì che il cuore e la mente siano sempre pronti a lavorare contro le ingiustizie, le arroganze e le prepotenze che abitano in questa città»…

Questi sono alcuni degli impegni personali che, in un primo momento scritti su dei cartoncini colorati, sono poi stati letti ad alta voce dai partecipanti alla celebrazione ecumenica di apertura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Spuc), che si è svolta venerdì 18 gennaio presso la Chiesa evangelica valdese di via dei Cimbri (Napoli). La Spuc ha più di cento anni di vita, e da oltre cinquant’anni viene preparata congiuntamente dal Consiglio ecumenico delle chiese e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, che si avvalgono ogni anno della collaborazione delle chiese di un diverso paese.

Quest’anno l’elaborazione dei materiali per la Spuc è stata affidata alle chiese cristiane dell’Indonesia, il più grande paese del sud-est asiatico, prevalentemente musulmano ma con una vivace minoranza cristiana, pari al 10% della popolazione.

Il tema proposto è ispirato al versetto del libro del Deuteronomio (16, 20) «Cercate di essere veramente giusti»: la tematica della giustizia è senza dubbio molto attuale anche per il nostro paese. Come ha sottolineato nel suo saluto iniziale don Gaetano Castello – coordinatore del Direttorio del Gruppo Interconfessionale di Attività Ecumeniche di Napoli (GIAEN), che organizza i diversi incontri previsti durante la Settimana ecumenica – in un tempo in cui vi sono da più parti azioni che vogliono alzare muri di separazione, che incitano a respingimenti e a chiusure identitarie, le chiese cristiane sono chiamate a costruire ponti e a impegnarsi in favore della giustizia e per la promozione della dignità umana.

Il pastore valdese, Leonardo Magrì, ha condotto la liturgia e ha offerto spunti di riflessione sui testi biblici di Deuteronomio 16, 11-20 e Luca 4, 14-21, sottolineando che il popolo di Dio è chiamato ad impegnarsi “veramente” per la giustizia, non a parole ma con gesti concreti e, che questo impegno inizia da subito, dall’“oggi” in cui siamo chiamati a vivere la nostra vocazione.

La liturgia, arricchita da tre canti eseguiti dal Coro evangelico napoletano, ha assunto la dimensione corale anche attraverso la condivisione a più voci delle preghiere di intercessione e di professione di fede che si sono alternate. «Come membra del Corpo di Cristo, siamo chiamati a proclamare la liberazione ai prigionieri e alle vittime di ogni forma di violenza… ad estendere l’ospitalità allo straniero… a proclamare l’evangelo all’intera creazione»: hanno pregato insieme cristiani cattolici, protestanti e ortodossi invocando lo Spirito Santo a renderli uniti nell’impegno concreto.

L’incontro si è concluso con le note del canone «Padre Nostro nei cieli, venga in terra il tuo Regno: noi ti preghiamo», che eseguite prima dal Coro, sono state poi intonate via via dall’intera comunità dei credenti riuniti, quasi a suggellare la promessa di voler crescere insieme nell’unità.

dotto.

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