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Riscoprire la gioia dell’essere Unica Chiesa

Preghiera ecumenica alla Chiesa evangelica di Volla

16 giugno 2018

di Michele Giustiniano*

 

«Insieme per testimoniare Cristo in modo credibile»: potrebbe essere solo uno dei tanti bei slogan o una delle suggestive frasi che si dicono e si ripetono ciclicamente durante le celebrazioni ecumeniche. Ma così non è. Queste parole, infatti, sono state pronunciate dai giovanissimi fedeli della Chiesa evangelica libera di Volla, che lo scorso sabato 16 giugno hanno voluto far sentire le loro fresche voci e portare la loro schietta testimonianza nel corso della riunione di preghiera ecumenica del Giaen (Gruppo interconfessionale di attività ecumeniche di Napoli).

 

Gioendo della fraterna presenza presso la loro comunità dei rappresentanti delle diverse confessioni cristiane, questi ragazzi, nel ribadire concetti basilari del cammino ecumenico, col loro sincero fervore li hanno liberati dalla stanchezza di cui sono spesso incrostati nei discorsi dei “grandi”, donando nuovo vigore alle parole.  È accaduto così che affermazioni come «è necessario vincere l’egoismo e trasformare la convivenza in speranza» o come «ecumenismo non è uniformità né assorbimento, non è farsi concorrenza, ma è collaborazione» – frasi che potrebbero apparire trite e ritrite agli addetti ai lavori – sono risuonate nell’assemblea con la gentile potenza delle voci dei più piccoli, ridestando nei cuori un rinnovato desiderio di unità.

La celebrazione, guidata dal Pastore Giuseppe Verrillo, ha visto la partecipazione del coordinatore del Giaen e delegato arcivescovile per l’ecumenismo monsignor Gaetano Castello, del coordinatore della commissione ecumenica diocesana don Enzo Lionetti, della dottoressa Elisabetta Kalampouka in rappresentanza della Chiesa ortodossa di Napoli del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, di altri rappresentanti della Chiesa cattolica e della commissione stessa e del novello Pastore Salvatore Manzi, che ha spezzato la Parola predicando sul brano della Scrittura letto in assemblea (Matteo 19, 16-22).

 

Ciascuno ha offerto una breve testimonianza in linea con il proprio ruolo e la propria esperienza ecumenica. Dopo la preghiera del Padre Nostro e la benedizione letta da tutti i rappresentanti delle confessioni presenti, la celebrazione si è conclusa con il canto dell’Inno finale, che ha coinvolto festosamente l’intera assemblea.

La partecipazione dei membri più giovani della comunità ha arricchito di senso l’intera celebrazione, non solo perché la presenza dei giovani garantisce anche in ambito ecumenico quel ricambio generazionale tanto necessario alla vita delle nostre chiese,  ma anche perché – è il caso di ribadirlo – con il loro genuino fervore, non contaminato da retoriche di circostanza, essi riescono a donare linfa e slancio alle istanze ecumeniche, che altrimenti rischierebbero di isterilirsi nella consuetudine dei gesti. 

 

*Commissione diocesana ecumenismo e dialogo interreligioso

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